Una notizia che fa saltare dalla sedia. Nella città partenopea spunta il Fuhrer. Succede a Napoli, dove tra i tradizionali presepi di San Gregorio Armeno, sulle bancarelle si scorge la statuetta di Hitler con una caricatura riprodotta fedelmente: baffetti, braccio destro alzata e divisa. “L ho fatto solo per accontentare un cliente” si difende  si difende l’incauto artigiano: ma è polemica. Nel frattempo, le istituzioni ne chiedono subito la rimozione. Insomma una mossa del tutto insensata e di poco gusto, dato che Hitler è stato uno dei dittatori più sanguinosi e diabolici del Novecento. Una trovata che ha fatto il giro virale del web e che ha scatenato non poche polemiche sui social.

Da Troisi a Di Maio, fino ad Hitler

A Napoli, sulle bancarelle caratteristiche di una delle arterie più belle e turistiche della città, è solito trovare caricature di ogni genere: da artisti a cui Napoli ha dato i natali come Pino Daniele e Massimo Troisi fino a Trump, la classe politica nostrana come Di Maio e Salvini. Lo sfottò da sfondo ci sta ma quella di Hitler non dà sicuramente lustro al nostro Paese e all’immagine di Napoli, una delle città più belle di Italia. Sicuramente non è stata propaganda, nostalgia del passato o becera provocazione quello dell’ignoto artigiano, ma forse un quid per aumentare e attirare più possibili turisti dal momento che i presepi sono molto frequentati in questo periodo.

La legge Scelba

In Italia è vietato esporre qualsiasi  simbolo o richiamo al regime nazista e fascista anche sotto forma di souvenir: bandite quindi, croce celtiche e qualunque cosa rimandi al periodo infausto al fine di propagare idee e deridere chi è stato vittima dell’olocausto per esempio. È il caso degli ebrei che più volte sono stati presi di mira con i simboli del nazismo.
Non a caso onde evitare situazioni spiacevoli e ‘anti-sistema’ in Italia l’apologia di fascismo, è legiferata dalla cosiddetta ‘Legge Scelba’ n. 645 del 1952 che recita testualmente: “quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.

 

 

 

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